Inaugurazione il 14 Febbraio alle 18:00 e rimarrà aperto fino al 14 Marzo

il 14 Febbraio vi invitiamo all’ inaugurazione della mostra personale di Daniele di Girolamo Misure di una Distanza alle 18:00. A cura di Niccolò Giacomazzi.
Misure di una distanza di Daniele Di Girolamo si sviluppa in due ambienti in evoluzione suddivisi nei livelli di Supernova, esplorando le dinamiche relazionali secondo una duplice consapevolezza: rapportarsi con l’altro e ascoltare i flussi interiori della propria memoria. Queste sono le corde che Daniele intende toccare.
Al piano terra, la mostra presenta l’installazione di tre coppie di cardi che danzano nello spazio, disegnando delle orbite attraverso il districarsi di tubi in ottone. Dei fili elettrici scorrono all’interno degli steli artificiali che, come la linfa vegetale, permettono al fiore ermafrodito di ruotare su sé stesso e ricercare un contatto possibile. Osservando il comportamento di una pianta posta all’interno di un ambiente buio con una sola fonte di luce, noteremo come essa troverà la via per raggiungere la sorgente luminosa. Al pari del fototropismo, i cauli dei cardi trovano un luogo d’incontro al termine delle loro esplorazioni spaziali, dove il raggiungimento della luce viene sostituito dall’atto necessario di incontro. Le rotazioni ci mostrano la mutevolezza dei rapporti, che possono sfociare talvolta nel non ritrovarsi mentre in altre esprimono le contingenze del riunirsi in un abbraccio e un inevitabile rilascio. Il respiro caldo e il battito dell’avvicinamento vengono richiamati dallo sfregarsi delle spine acuminate e interrotti dalla frustrazione del loro ignorarsi. L’intero processo relazionale fatto di avvicinamenti, rifiuti e circostanze sbagliate, come descrive lo stesso Daniele, si manifesta “dolce, violento, buffo, romantico, malinconico, erotico e crudo”.
Nell’attimo di massima tensione, la percezione di un legame è possibile quanto quella di un contrasto. Il percorso degli steli concretizza il trascorso precedente all’incontro, frutto di un moto dalle strutture definite. In questo momento, l’incontro fa il proprio corso e si parla del presente: le sensazioni corporee e le risonanze emotive di ogni individuo agiscono sul proprio stato passionale. Si entra in una riflessione più introversa e intima, che conquista l’apice di intensità con l’installazione del piano inferiore.
Nello spazio sotterraneo, si mostrano tre sculture lavorate con un materiale plastico che richiamano la forma di cilindri accartocciati. Al loro interno vi è la sabbia del mare che, soggetta a un moto rotatorio, ricrea il suono della risacca. Dall’elemento naturale, prelevato dal suo contesto d’origine, viene estratta una memoria sonora che continua a ricordarci il luogo da cui proviene. In questa dimensione, il rapporto con l’altro svanisce in una relazione più individuale e diretta con sé stessi. Il tempo rallenta, l’ascolto aumenta: si lascia libera la mente di scendere nelle profondità e di prendere le misure della distanza che unisce o separa sé stessi dagli gli altri.

